
L’ultimo scritto di Shakespeare è un’opera intrisa di magia che viene presentata come una continua suggestione: di musica tribale, di suoni prodotti in scena, di oggetti in movimento, di rischiose acrobazie compiute dagli esseri incantati. La magia di Prospero e del suo fedele Ariel muove come marionette i protagonisti della vicenda creando un’isola d’illusioni e di ombre che ospita l’intreccio e gli incantesimi, fino a che il “tempo-senza tempo” dilaga, ogni mostro svanisce, e la riconciliazione trionfa. È proprio allora che Prospero si congeda, e congeda le sue ombre, lasciando nel pubblico il terribile e meraviglioso dubbio che ciò che ha visto sia pura realtà.